Villaggio Asproni

Un tempo non troppo lontano, alla fine del 1800, l’ing. Giorgio Asproni acquisì la miniera di Seddas Moddizis e fece costruire poco distante, un villaggio che porta il suo nome, per la sua famiglia e i suoi dipendenti.

Oggi questo villaggio è in stato di abbandono, ma di recente è stato acquistato da privati e si spera che presto risorga in tutto il suo splendore. Le proprietarie, disponibilissime e gentilissime, ci hanno fatto da guida, raccontandoci aneddoti e accompagnandoci in quelle stanze che infondono mistero e fascino di vita vissuta.

Giorgio Asproni nacque a Bitti, nel nuorese, nel 1841. Nipote del politico, suo omonimo, si laureò a Genova in matematica e a Torino in ingegneria con specializzazione in mineralogia. Assunse la direzione della miniera di Montevecchio nel 1866 per un decennio.

Il villaggio

Alla fine dell’ottocento, Asproni acquisì la direzione della miniera di Seddas Moddizis, nell’iglesiente, per poi diventarne il proprietario. Decise di acquistare il terreno circostante, ben 400ettari, per costruire quello che oggi porta ancora il suo nome, il Villaggio Asproni. Un complesso di case per i minatori con chiesa, spaccio, uffici, scuola e la sua villa.

La scuola era composta da due multiclassi, prima seconda e terza, quarta e quinta. Le insegnanti venivano da Iglesias e da Gonnesa.

Scuola
Scuola

La sua sontuosa villa è stata costruita su due piani, ogni stanza ha un camino ed è presente un bagno interno, lusso che le altre case non avevano. Inoltre le camere erano tutte accuratamente piastrellate, piastrelle che sono state staccate e rubate insieme a porte e arredi, dopo l’abbandono.

Villa Asproni

Oltre che gestire la miniera, Asproni si occupava di tutto nel villaggio come un vero sindaco. Fece coltivare i terreni e tagliare la legna in modo che il villaggio si potesse sostentare.

La miniera col tempo venne definita la “miniera dei mutilati“, in quanto avvenivano parecchi incidenti sul lavoro perché non venivano rispettate le norme di sicurezza. Un’altra corrente di pensiero dice invece che, i mutilati, venivano accolti da Asproni dalle altre miniere. Fatto sta che, questa fama, portò a non ricevere più sussidi dallo stato e questo portò , insieme alla crisi del settore minerario, al fallimento della miniera.

Asproni morì a 95 anni, il 6 marzo 1936.

La miniera passò ai familiari, che dopo un periodo di breve rinascita, l’abbandonarono. Il villaggio passò nelle mani di diverse associazioni fino a quando, di recente non fu messo all’asta. A comprarlo un medico, molto legato all’ambito minerario. Oggi l’eredità di questo affascinante villaggio è nelle mani della sorella del medico e di sua figlia che, hanno in progetto di far rinascere il villaggio, o almeno ristrutturare gli edifici più importanti per poterli utilizzare per mostre ed eventi finalizzati a conservare la memoria di questo sito.

Chiesa

 

Curiosità

Gli abitanti del villaggio furono circa 200. Quando l’attività mineraria terminò, furono  costretti a trasferirsi a Gonnesa, in case popolari costruite proprio per loro.